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CESARE FULCI, traversata stile libero 
04.08.2010

La traversata del diciassettenne atleta della Wadi Sora rappresenta il più fiero attacco degli ultimi 35 anni al primato di Giovanni Fiannacca, quel 30'50" che ha rappresentato per tutti noi un miraggio, un obbiettivo, una sfida, un sogno. Dopo tanti dopolavoristi del nuoto - tra i quali mi ci metto anch'io - tocca finalmente ad un nuotatore "vero", con la tecnica, il cuore, l'età di un vero atleta. Cesare nuota i 1500 in 16'07", ma al tempo stesso ha già ricevuto il battesimo del mare tre anni prima, nelle acque di Panarea. 


Con l'allenatore Antonio Arena

Ed è un messinese. I motivi di interesse quindi non mancano e la sua traversata è circondata da una grande attesa in una città da tanti anni alla ricerca di un talento natatorio che possa unire ai successi in piscina quelli in mare aperto. Nel momento dei preparativi per la partenza la tensione è palpabile. L'allenatore Antonio Arena impartisce gli ultimi consigli e affida il suo atleta alla migliore guida in circolazione, quel Giovanni Arena che negli ultimi anni ha accompagnato molte delle migliori prestazioni tra le due sponde dello Stretto. Lo stesso barcaiolo che il giorno successivo guiderà al record femminile le sorelle Torre e che un mese più tardi metterà me sulla strada del record della doppia traversata

In una bellissima giornata di sole, la compagnia che si va raccogliendo sulla spiaggia di Capo Peloro vede oltre alla "soliti" accompagnatori delle traversate anche numerosissimi ragazzi, compagni di nuoto e di vita di Cesare, a testimoniare l'affetto che segue questo ragazzo per molti versi uguale a tutti gli altri e al tempo stesso fuori dal comune. La seconda barca-appoggio ospita gli altri tre moschettieri della Wadi Sora e la mamma Maria armata di ugola e fotocamera, mentre il gommone guidato da Sebastiano, papà di Cesare e suo complice nei progetti sportivi, accoglie a bordo oltre quindici ragazzi e ragazze che non mancheranno di farsi sentire durante la sua nuotata. Dopo un breve riscaldamento i cronometri di Placido "Gianni" Pizzi (figlio del cronometrista del record di Fiannacca) e Domenico Sarlo scattano - e l'avventura ha inizio.

Cesare nuota benissimo. L'ho osservato per un inverno dalle tribune dei Cappuccini, durante gli allenamenti del mio Andrea. La sensazione di totale fluidità, l'apparente mancanza di fatica, la leggerezza di un fisico ancora in piena fase di sviluppo e alla ricerca dei propri limiti fanno di lui un modello da "studiare". Ma oggi non si fa accademia: si lavora! Quello che mi è piaciuto è stato il desiderio di confrontarsi a viso aperto con la storia del nuoto nello Stretto, spesso un po' snobbata dagli allenatori di nuoto agonistico delle squadre siciliane e calabresi. Il confronto stavolta avviene senza false modestie ma al tempo stesso con immenso rispetto. Ho visto in tanti anni troppe alzate di sopracciglio di fronte al "tempo" di Fiannacca... peccato che non fossero accompagnate dal coraggio di sfidarlo. Ma stavolta è diverso: Fulci si confronta con un nuotatore che aveva una storia opposta alla sua, fatta di fatica, sale e poche possibilità, e proprio in questo confronto sta il rispetto. Sa che non sarà facile nè scontato fare meno di trenta minuti - e anche se non lo sapesse, ci sarebbe lo Stretto a ricordarglielo.


Giovanni Arena, accompagnato dal nipote Paolo, ha guidato un'altra gande traversata.

E poi al timone c'è Giovanni. Arena ha preso come una "cosa sua" questa traversata. La guida con la mano del barcaiolo, ma con il cuore dell'atleta. Riesce a portare Cesare sulla migliore rotta possibile in quella giornata, che potrebbe essere ancora più favorevole e sembra volere giocare con Fulci sul filo dei secondi. I primi due chilometri sono fatti letteralmente volando con la scendente in poppa in circa sedici minuti, ma poi dopo metà canale è Cesare a dover fare la sua parte. E la fa fino in fondo.

Il trambusto a bordo raggiunge vertici spettacolari: Pizzi agita asciugamani, Antonio Arena si protende fuori bordo e "frusta" Cesare schiaffeggiando la cresta delle onde... ma alla fine l'arrivo a Cannitello fa segnare un tempo superiore di appena 21 secondi a quello di Fiannacca. Un 31'11" che rappresenta comunque il secondo migliore risultato di sempre, ad un soffio dal record ma di ben quattro minuti inferiore rispetto a quello di Perrotti del 2009 (anche lui, manco a dirlo, guidato da Giovanni Arena). Nessuno in trentacinque anni ha fatto meglio di lui.

Lo spirito con cui questo risultato viene ricevuto è stato per me una grande sorpresa. Sulla spiaggia Cesare è felice e sorridente, mentre suo padre Sebastiano (che per me resta il bambino che 40 anni fa mi ha insegnato a scendere sott'acqua con le maschere PinoBaby della Cressi) guarda soltanto a ciò che la giornata può aver insegnato a suo figlio. Una lezione di fatica, umiltà, impegno, ciò che fa del nuoto in questo mare una disciplina assolutamente unica. Il mare prende e dà. E spesso non si riesce a capire in che misura lo faccia, neppure a fatica conclusa. In una giornata diversa, a poche ore di distanza, la stessa fatica avrebbe potuto produrre un tempo di tre minuti più basso o più alto. Non tutti possono capirlo, e in meno ancora sono disposti ad accettarlo. Cesare si farà poi convincere a ritentare l'impresa in una piovosa giornata di settembre della stessa estate. Ma questa è un'altra storia (che presto sarà in rete).


Con Giovanni Arena, Gianni Pizzi e Mimmo Sarlo

Pagina curata da Nino Fazio - nino@baiadigrotta.it 

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