:: baiadigrotta.it ::

i miti

home

la gara

il luogo

i personaggi

la traversata

i miti

l'ambiente

visto da noi

la lega navale

links

contatti e iscrizioni

scilla e cariddi

Sin dai tempi più remoti, lo stretto di Messina è  sempre stato un luogo ricco di suggestione e di fascino che ha contribuito significativamente a creare i tanti miti ad esso connessi. Oggi siamo abituati a veder transitare navi mercantili da migliaia di tonnellate di stazza che in pochi minuti percorrono diversi Km indisturbate dalle correnti, ma non è difficile immaginare che in passato questo tratto di mare doveva essere considerato tra i più impegnativi da oltrepassare. La navigazione dello Stretto, infatti, ebbe nell'antichità una bruttissima fama ed ancora oggi  presenta notevoli difficoltà, specialmente per le correnti rapide ed irregolari che, scontrandosi, danno luogo a enormi vortici.I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l'altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punta Pezzo. E proprio Scilla e Cariddi sono le due figure mitologiche più famose dello Stretto di Messina. Citate anche da Omero nell’Odissea e da Virgilio nell’Eneide, sono due ninfe vittime entrambi di un crudele destino. Scilla, figlia di Crateide, era una ninfa stupenda che si aggirava nelle spiagge di Zancle (Messina) e fece innamorare il dio marino Glauco, metà pesce e metà uomo. Rifiutato dalla ninfa, il dio marino chiede l’aiuto della maga Circe, senza sapere che la maga stessa era innamorata di lui. La maga, offesa per il rifiuto del dio marino alla sua corte, decide di vendicarsi preparando una porzione a base di erbe magiche da versare nella sorgente in cui Scilla si bagna usualmente. Appena Scilla si immerge, il suo corpo si trasforma e la parte inferiore accoglie sei cani, ciascuno dei quali con una orrenda bocca con denti appuntiti. Tali cani hanno dei colli lunghissimi a forma di serpente con cui possono afferrare gli esseri viventi da divorare. A causa di questa trasformazione, Scilla si nasconde in un antro presso lo stretto di Messina. Sulla costa siciliana si oppone Cariddi, ninfa mitologica greca, figlia di Poseidone e di Gea e tormentata da una grande voracità. Scagliata da Giove sulla terra insieme ad un fulmine, è’ abituata a bere grandi quantità di acqua che poi ributta in mare, provocando enormi gorghi tra i quali naufragano le navi che ci si imbattono.

a cura di Cristina Scotto - cristina@baiadigrotta.it

scilla e cariddi - colapesce - fata morgana -  musciumarra

 

con lo Stretto nel cuore