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albo d'oro 

LUCA PIRRONE, traversata stile libero 
06.08.2010

 La traversata di Luca rappresenta un episodio a sè. Anche lui, come Giovanna Finocchiaro che ha fatto la traversata qualche settimana prima, è diabetico. Ma al tempo stesso è un ragazzo che ha sempre fatto sport e porta quindi nello Stretto un'esperienza totalmente diversa, con la mentalità e il fisico dell'atleta. La sfida alla condizione di "malato" scivola leggera, con naturalezza, in poco più di 48 minuti. E' una sfida già vissuta quotidianamente sui campi da rugby e poi in piscina, un apparente sberleffo alla malattia - nemico infido, da affrontare a viso aperto ma al quale non mostrare mai le spalle. Ho chiesto a Luca di raccontarmi in prima persona la sua esperienza e quindi pubblico con grande piacere l'email che mi ha spedito.


Luca, Fiannacca e Adriana prima del via

" (...) Ancora non so dire se sia stata più la passione per il mare o il desiderio di affrontare un'altra "sfida" sportiva a spingermi a provarci ... so però che mai dimenticherò questi "lunghissimi" 48 minuti in cui, credimi, ho avvertito un senso di libertà mai provato fino ad allora.
Ricordo perfettamente quando ad agosto dell'anno scorso, seduto al bar Platano di Paradiso in compagnia del dr. Pippo Smedile dell'ANIAD (associazione nazionale atleti diabetici) e di Francesco Cacopardo decisi di cimentarmi in questa esperienza assolutamente nuova per uno come me che negli ultimi 12 anni della sua vita si era dedicato al rugby! I punti interrogativi erano molti, nessuno di noi tre sapeva dove saremmo arrivati ma ognuno aveva tanto entusiasmo e la voglia di provarci. Peccato però che dopo poco, per colpa di tutti e di nessuno, quest'entusiasmo sia rimasto solo a me che, cocciuto come un asino e senza una vera guida ho deciso di portare avanti e concludere quello che avevo iniziato, quello che era un mio obiettivo o meglio il mio sogno: arrivare dall'altra parte! 
Devo ammettere che allenarsi da solo per quasi 9 mesi non è stato particolarmente piacevole; gli allenamenti erano faticosi, avevo mille dubbi su cosa fare e come farlo e la solitudine e la noia spesso "nuotavano" accanto a me, facendo vasche su vasche. Ma se c'è una cosa che il rugby mi ha insegnato è quella di non mollare mai ed è stata proprio questa mia "dote" che ha fatto si che oggi possa raccontarti tutto questo.

Ci sono stati però anche tanti  aspetti positivi in questa mia bellissima esperienza. Ho avuto il piacere e l'onore di conoscere alcuni grandi nuotatori che, ognuno a modo suo, hanno contribuito al successo della mia impresa. Ai consigli tecnici ed alla precisione quasi maniacale di Francesco Cacopardo si sono presto uniti quelli di Fabrizio Mandanici che, tirando fuori dai suoi "pizzini" degli allenamenti veramente 10 e lode, mi ha fatto fare grandi miglioramenti atletici. Poi ho conosciuto Alessandro Sergi che con i suoi modi gentili, quando ci allenavamo in corsie vicine ai Cappuccini, mi ha sempre dato piccole ma importanti "dritte" che alla fine si sono rivelate preziosissime. A dire il vero, anche veder nuotare te, preciso e regolare come un orologio svizzero mi è servito. Mi ripetevo continuamente in testa "..devo fare come lui" anche se di strada, anzi di vasche, ancora ne dovrò nuotare molte. La buona volontà però c'è ... e questo è l'importante! Anche Fiannacca è stato prezioso...è un vero uomo di mare, spigoloso ma dal cuore grande, simpatico e soprattutto esperto come pochissimi...per quanto mi riguarda è davvero il Re dello Stretto! 

La traversata in sè è stata poi qualcosa di eccezionale: la giusta tensione, la giornata fantastica ed un mare da cartolina hanno reso la mia fatica qualcosa di piacevolissimo...vedevo scivolarmi accanto il Colapesce, sotto di me un blu infinito che, contrariamente a quanto immaginassi non mi ha mai spaventato, anzi, è riuscito a stregarmi dandomi l'impressione di esserne parte...proprio così... nello Stretto non mi sono mai sentito un elemento estraneo... mi sono sentito a casa! Inutile dirti la gioia provata quando ho incominciato ad intravedere il fondale. Vedevo le persone in barca cominciare a far festa...anche "il mio pubblico" è stato grande! Unica nota stonata della giornata gli occhialini il cui elastico si è rotto circa 400 mt prima della riva lasciandomi "cieco" fino alla costa calabra. Ma cosa importa? Nulla...proprio nulla...ho passato davvero dei momenti indimenticabili. 


Fiannacca con Adriana e i cronometristi Gianni Pizzi e graziosa nipote.

Ho tante persone a cui dire grazie: la mia famiglia, la mia Adriana che ha organizzato tutto al meglio sopportandomi un intero anno senza mai lamentarsi di nulla, il dr. Fortunato Lombardo mio "angelo custode" ormai da decenni, Antonello Aliberti e tutta la Polisportiva Odysseus della quale sono orgoglioso far parte. Adesso aspetto l'anno prossimo per provare a fare anche il ritorno con la speranza di vivere un'altra fantastica emozione."

Luca Pirrone

pagina curata da Nino Fazio - nino@baiadigrotta.it

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