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ALBERTO GUERRINI, quadrupla traversata dello Stretto nei quattro stili,
22 Luglio 2007 

In attesa di completare la pagina con le foto realizzate da Marcello Aricò, pubblichiamo il racconto dello stesso Alberto. Per un errore di compilazione dei dati ufficiali, Guerrini e con lui i cronometristi, la stampa e lo stesso Baiadigrotta.it hanno ritenuto il suo risultato (5 ore, 24'29") il nuovo record, migliore del tempo di Gianni Golini. Il risultato è stato poi ridimensionato (nel tempo ma non nella sostanza dell'impresa) grazie alle dettagliate e documentate correzioni segnalate da Pasquale Nucara e Franco Di Fede.

Quindi il record resta a Golini, ma la bella impresa di Alberto resta tutta. Se possibile, ancora più esaltata dalla esemplare sportività con cui ha preso la notizia delle rettifiche. Sotto trovate, prima del suo racconto della traversata, la sua risposta alla notizia del mancato record, che pubblico con il suo permesso e che ritengo un grande esempio di signorilità e correttezza.

7 Novembre 2007:  
Caro Nino (....) Grazie della sensibilità che hai avuto per avvisarmi prima di pubblicare le rettifiche.
In realtà la cosa non mi disturba più di tanto. Golini è stato un grande nuotatore, ha solleticato la mia fantasia di giovane nuotatore, tanti anni fa e quindi quasi quasi mi dispiaceva avergli tolto il record. Lo vedevo come una specie di sberleffo rispetto al merito grande che lui e altri personaggi del mondo delle acque libere hanno avuto nella mia vita per aver instillato la passione per il nuoto in mare nell'età in cui, oggi, un ragazzo ha ben altri grilli per la testa.
Golini è stato un monumento del nuoto e aver anche solo provato a ripetere le sue imprese (per due anni di seguito, ad un'età superiore a quella di Golini, con svariati infortuni sul groppone e una situazione personale e famigliare disastrata) è già un  sufficiente motivo d'orgoglio per un artigiano del nuoto quale io mi ritengo.
Io solo so quanto mi è costato venire per due estati di seguito in riva allo stretto e nuotarci dentro nel modo come ho fatto (tra l'altro il mio delfino, seppur migliorabile è certamente molto più faticoso del delfino "appoggiato" di Golini o di Battocchio) e sono certo nel dire che difficilmente un altro, al mio posto e nelle stesse condizioni, avrebbe portato a termine una cosa del genere. (...)
Dunque la notizia non toglie nulla al valore di quanto ho fatto, semmai aggiunge valore all'impresa di Golini e ribadisce quanto sia difficile attraversare lo stretto più volte consecutivamente, nonostante i validi accompagnatori.
Io mi auguro invece che i miei due tentativi possano costituire uno stimolo a che, dopo trent'anni, si rinverdisca l'epopea di quelle memorabili sfide Golini-Fiannacca-Pinto che hanno reso celebre le traversate nello stretto e altri ci provino e riescano a battere Golini.

La traversata è cominciata alle ore 7.21 di domenica 22 luglio con mare calmo e assenza di vento, in pieno primo quarto di luna con un preambolo eccezionale! Ovvero il transito di una balena a poche decine di metri dalle nostre imbarcazioni e da riva, con tanto di sbuffi dall’orifizio nasale e immersione con classica esibizione della pinna caudale. Questi meravigliosi cetacei transitano nello stretto di Messina ma è molto raro vederli, perché nuotano in profondità anche a causa dell’elevato disturbo attuato dalle navi e dalle imbarcazioni da diporto e pesca.  Nonostante questo emozionante incontro che io avevo interpretato come felice auspicio, la traversata non è cominciata bene perché partendo troppo forte ho cominciato ad accusare da subito dispnea, o come si dice nel gergo sportivo, non sono riuscito a “rompere il fiato”. Ho dovuto trovare la concentrazione e la lucidità per continuare con un altro ritmo e con calma sono riuscito a trovare il passo giusto (38 bracciate al minuto) tanto da concludere la prima traversata, da Torre Faro a Cannitello, in 58’23”.

La frazione a dorso è cominciata subito perché la battigia era popolata da varie meduse e volevo togliermele di torno rapidamente dato che avevo già preso una “medusata” piuttosto ampia dietro le spalle. Ho cominciato di buona lena fin da subito, riuscendo a fare il primo rifornimento molto velocemente e mangiando mentre nuotavo. Ma oltrepassata la metà della traversata sono incappato nei cosidetti “gorghi”: per circa venti minuti ho affrontato continue correnti calde e fredde che mi hanno debilitato. All’arrivo a Ganzirri (tempo totale di 2h 13’) le sensazioni fisiche erano tutt’altro che buone e con la pessima prospettiva di avere a che fare con la traversata più difficile, quella a rana, che l’anno precedente mi aveva praticamente compromesso il buon esito dell’impresa.

Invece la frazione a rana mi ha portato delle ritrovate buone sensazioni fisiche, cambiando l’impegno muscolare, con un aggravio dei muscoli delle gambe e l’utilizzo di altri muscoli nella bracciata. E poi i cambiamenti nella nuotata apportati per prevenire i blocchi muscolari addominali e lombari che mi avevano colpito l’anno scorso hanno funzionato, tant’è vero che sono riuscito a mantenere quasi costantemente un ritmo di 30 cicli al minuto. Tuttavia il mio pilota, Giovanni Fiannacca, constatando il peggioramento di una corrente trasversale in prossimità della costa calabrese, mi obbligava ad allungare la rotta fino quasi a oltre 4 chilometri per farmi approdare più lontano ma con meno tratto di corrente avversa da superare. Inoltre in questa traversata, durata quasi il doppio di quelle precedenti (1h 54’28”), sono transitate numerose navi mercantili e in un caso ho dovuto fermarmi per quasi 10 minuti per consentirne il transito ad una che non rispondeva agli inviti tramite segnalazione radio di Fiannacca.

Dopo quasi due ore appiattito nella postura della rana, passare allo stile libero è stato molto doloroso, così ho cominciato a nuotare esagerando nel rollìo laterale per non andare ad aggravare il carico sulla schiena. Dopo venti minuti il mio “motore” ha cominciato a “girare” molto bene e sono riuscito a nuotare fluido e con un ritmo vicino alle 77-78 bracciate al minuto: dopo oltre 4 ore di nuoto in mezzo al mare è stato un bel segnale di tenuta. Raggiungere la Sicilia è stato quindi facile perché la fiducia e le buone sensazioni l’hanno fatta da padrone. Portare a termine questa impresa dopo quasi trent’anni, dopo l’insuccesso dello scorso anno e riuscendo a fare meglio di oltre 9 minuti di un monumento del nuoto  come Gianni Golini, è stata una soddisfazione impagabile. Ma lo stretto di Messina ha dimostrato una volta di più la sua imprevedibilità e la sua difficoltà anche per un esperto come Giovanni Fiannacca, il messinese recordman della traversata singola. Ma questo fa parte della sfida, questi sono i rischi di chi va per mare e aumenta il merito di Giovanni di avermi guidato fino alla felice conclusione.

Alberto Guerrini

pagina curata da Nino Fazio - nino@baiadigrotta.it

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