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PAOLO PINTO e lo Stretto

L'avvocato barese Paolo Pinto, scomparso nel dicembre del 2004, è stato tra i grandi protagonisti della storia del Nuoto di Fondo italiano. Tra le sue tante imprese, certamente indimenticabile è la traversata della Manica: Pinto fu il primo italiano a portarla a compimento con successo nel settembre del 1979. 

A quella traversata l'atleta pugliese era arrivato dopo una lunga carriera in cui lo Stretto di Messina aveva avuto una parte importante. Nel settembre 1975 era stato recordman della singola traversata per soli 11 giorni: col suo 36'42" aveva infatti battuto il primato del messinese Gianni Fiannacca (37'36"), che però pochi giorni dopo si cimentò nuovamente nell'impresa ottenendo il fantastico 30'50" ancora oggi imbattuto.

Stessa cosa successe l'anno dopo, quando Pinto strappò a Golini il record sulla doppia traversata ottenuto due mesi prima, per venire nuovamente spodestato dal solito Fiannacca dopo appena due settimane, con un record che resistette per 22 anni fino al 1998. Se con i record Pinto non ha avuto fortuna, col pescatore messinese sempre in agguato per rubarglieli a distanza di pochi giorni, il suo rapporto con lo Stretto è stato duraturo e felice. Ricordiamo anche la Mortelle - Cannitello - Messina del 1976, e varie altre traversate, l'ultima delle quali nel 1992.

Ancora oggi, i tempi ottenuti da Paolo Pinto negli anni '70 sono di tutto rispetto, e il compianto atleta barese occupa il terzo posto nella graduatoria della singola traversata e il quarto nella doppia.

Negli anni in cui il nuoto di fondo cambiava volto in Italia e nel mondo con l'interessamento delle Federazioni Nazionali e il proliferare delle competizioni, Pinto restava un po' defilato, insistendo in imprese solitarie in bilico tra sport, esibizione e avventura. Questo lo portava a compiere traversate lunghissime, come quella da Pelargosa (Jugoslavia) a Vieste o le Bocche di Bonifacio nel 1982, la Corsica-Elba nell' 83, lo Stretto di Gibilterra nel 1985. Tali eventi erano spesso caricati di significati extra-sportivi in cui risultato mediatico dell'impresa veniva anteposto a quello del responso cronometrico ufficiale. Qualcuno ha criticato il fatto che negli ultimi anni non abbia più accettato di confrontarsi in gara con i protagonisti di un Nuoto di Fondo nazionale in continua evoluzione. A nostro parere, Pinto aveva semplicemente fatto la sua scelta ad un certo punto della carriera, e tale scelta va in ogni caso rispettata, e negli anni precedenti poteva ben vantare 4 partecipazioni e due arrivi alla Capri-Napoli, il che rappresenta già una risposta. Resta il ricordo di un atleta che ha contribuito come pochi altri a fare del nostro sport una realtà importante e conosciuta, grazie al valore atletico e all'abilità nella comunicazione.

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