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ANDREA CADILI, traversata stile libero 
28.08.2010

 Nel racconto di Marcello Aricò, la giornata memorabile che ha visto Andrea cimentarsi nella traversata dello Stretto. Arrivato in Sicilia da Genova, riesce ad organizzare tutto in pochissimo tempo grazie alla sensibilità del personale dell'Autorità Marittima della Navigazione nello Stretto di Messina. La dedizione dei suoi accompagnatori in acqua e l'impareggiabile perizia dei barcaioli Giovanni e Paolo Arena hanno fatto sì che la traversata divenisse un vero trionfo del valore atletico e della forza di volontà di un ragazzo che avrà forse duo occhi in meno, ma altrettante palle in più di tanti altri.

 Una nuotata oltre lo sguardo
Testo e fotografie di Marcello Aricò

Una giornata di agosto come tante, nelle splendide acque dello Stretto, teatro di eroi di ieri e di oggi, ha trovato un'altro protagonista che ha saputo stregare le acque placide e indecifrabili di quel tratto di mare che unisce la Calabria alla Sicilia. Andrea Cadili, di 28 anni, affetto da una rara sindrome, l'osteopseudoglioma che provoca  fragilità ossea e perdita della vista, ha impiegato 48' 27”: un tempo che lo pone tra i virtuosi delle traversate.

Questo atleta  paraolimpico non si è arreso alla malattia  e ha trovato nel nuoto una dimensione che gli ha permesso di esprimersi, diventando campione italiano di categoria nei 400 s.l. ed è stato eletto atleta genovese dell'anno.

Una giornata piena di emozioni che lo ha visto nuotare assieme ai due accompagnatori della sua stessa società , la Rari Nantes Sori , che lo hanno scortato fino a toccare terra in un tripudio di festa e di acclamazioni da parte di tutta l'equipe che lo ha accompagnato e sostenuto fin dalla prima bracciata: i comandanti Placido e Giovanni, la famiglia, i cronometristi, i medici e altri sostenitori che lo attendevano festosi sulla costa calabra.

Andrea all'arrivo era quasi incredulo del tempone che aveva realizzato,  (aveva previsto un tempo intorno ad 1h. 20') e nonostante le diverse irritazioni cutanee dovute alle  numerose meduse presenti, la sua felicità sprizzava da tutti i pori; grande festa e le foto di rito hanno fatto da cornice ad una giornata veramente irripetibile.

Ancora una volta lo Stretto con le sue bizzose correnti è stato l'artefice del destino del nuotatore decretando a suo piacimento, forse cosciente dell'impegno profuso, il tempo che si è meritato; la legge dello Stretto è stata ancora una volta decisiva  rammentandoci che in queste traversate non conta solo la bravura, ma la caparbietà e la fortuna. 

Marcello Aricò

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